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Una scrittrice italiana racconta i luoghi della sua vita. Napoli, Roma, Gerusalemme diventano in "Nessun giorno ritorna" occasioni per tornare sulle proprie tracce, per rileggere se stessi attraverso gli anni che passano. Che fine ha fatto - sembra chiedersi Lia Levi - la bambina arrivata a Napoli, stordita dalla bellezza della città e dalle possibilità infinite che sembrava offrire? E come ha fatto a diventare la ragazzina che, negli anni delle leggi razziali e del fascismo, scopre nella Capitale il dolore e le spietate verità del crescere? Diventa quasi un giallo l'adolescenza, e si popola di persone e personaggi misteriosi. Come una strana, inquietante bambina deforme che forse conosce qualche segreto, e nei giorni del collegio suscita irrisioni e turbamenti. I paesaggi di Israele, più avanti, consentiranno a quest'io femminile di fare i conti, se non con le proprie radici, certamente con una lunghissima storia foriera di meraviglie e anche di molti dolori. Infine, il paesaggio sereno di un lago nella campagna laziale fornisce alla scrittrice lo sfondo più adatto a ripercorrere, con leggerissima malinconia, le tappe della sua vita alla luce dei luoghi attraversati.